Collagene, collagene, collagene… cos’è questa mania del collagene?
E’ un normale lunedì d’inverno: fa un freddo cane, piove, tanto per cambiare, gli autobus sono stracolmi e dentro fa un caldo soffocante e, come di consueto, c’è un traffico pazzesco – eh già, perchè nei giorni di pioggia la gente non può mica prendere il bus come al solito, deve uscire con la propria auto!
Arrivo in ufficio sudata, già un po’ stressata dal viaggio poco piacevole che ho dovuto fare in piedi, accanto ad una grossa signora molto poco cordiale ed il capo mi da la lieta notizia: questa settimana mi tocca lavorare anche il sabato, abbiamo un grosso cliente che ci ha dato l’ultimatum, o consegnamo entro lunedì, o ci abbandona. Quindi, alè! Tutti in ufficio anche di sabato! E, giusto per essere sicuri, se non concludiamo in giornata, ci tocca tornare anche di domenica. Che settimana orrenda mi si prospetta. Oltretutto, ma proprio di lunedì mattina doveva avvisarci il capo? Non poteva aspettare che passasse almeno metà settimana?? Adesso ho davanti a me sette giorni (perchè di certo sabato non finiremo) di lavoro filato. Ma che dico? Sono ben dodici!!! Povera me.
Dopo essermi sfogata mentalmente, ed aver accettato il mio destino, riesco a sedermi alla scrivania, accendo il computer e inizio a lavorare più concentrata che posso, sperando di riuscire a godermi la mia domenica sul divano, davanti alla TV, in compagnia di Pino (il mio cane) e tanto cibo spazzatura. La pausa pranzo arriva quindi come un secchio d’acqua fredda in faccia: come? Cosa? Quando? Di già? Esco e mi trovo in ascensore con un collega del sesto piano, uno nuovo, giovane, che mi chiede, così, a caso, se ho figli. Ma cosa vuole questo? E quando mi chiede l’età (ripeto, ma cosa vuole questo?) rimane genuinamente sorpreso di scoprire che ho un anno meno di lui, secondo lui ne dimostro ben di piu. Per fortuna le porte si aprono e schizzo fuori prima di aprire bocca, altrimenti sai le parolacce…
Il mio ristorante di sushi preferito riesce a farmi dimenticare quasi tutto, per fortuna, e ritorno in ufficio serena, e pronta per ricominciare a lavorare di gran lena, con il mio obiettivo ‘domenica libera’ sempre fisso davanti a me. Lavoro senza sosta, non parlo con nessuno, non guardo il cellulare neanche una volta, rimango pure fino alle sette pur di poter avere un giorno di libertà.
Salgo sull’autobus semi vuoto, ormai la maggior parte della gente è a casa, e sta cenando. Mi siedo in coda e ascolto un po’ di musica. Mi cade l’occhio su una pubblicità che dichiara quanto il collagene sia fenomenale nel combattere le rughe ed ecco che mi ritorna in mente il pivello dell’ascensore che mi ha appioppato un sacco di anni in più senza un motivo. Guardo il mio riflesso sul finestrino dell’autobus, effettivamente sembro sciupata, stanca, le occhiaie sono evidenti.
Che faccio, compro la crema al collagene o mi licenzio in cerca di una vita meno stressante?